Cercando un posto per giocare
L’obiettivo di
questo lavoro era quello di rendere reale un’idea o un progetto che fosse nato
dalla nostra esperienza personale, acquisita durante le camminate di
esplorazione territoriale proposte dal corso. Più specificamente, questa idea
doveva avere un rapporto con il luogo nel quale si svilupperebbe, un rapporto
tra l’esperienza personale e la esperienza che si voleva trasmettere attraverso
il progetto, e addizionalmente, doveva in certo modo anche avere un involucro
con le persone abitanti – o no – del luogo nel quale l’intervento prendesse
posto.
Quale è stata l’idea dalla quale è nato questo progetto?
L’idea principale
era quella di riuscire ad integrare e collegare le persone attraverso un’esperienza.
In un inizio si aveva l’idea di collegare le persone tra i distinti paesi
visitati, forse attraverso un’attività di invio di messaggeria tra le persone,
o una cosa di questo genere. Nonostante, quest’idea doveva anche essere
attrattiva per le persone, non doveva essere statica perché possibilmente, si perdeva
un po’. Per tanto, si aveva pensato in un’idea più dinamica, che non prendesse
molto tempo in avere una certa risposta del medio nel quale si sviluppasse, ma anche,
in certo modo, che avessi un investimento mutuo delle persone. Non solo dell’attore
del’ intervento o del gioco, ma anche delle persone involucrate. In questo
modo, riuscire a creare un’integrazione tra persone che non hanno nessun
rapporto, e anche farle perdere un po’ del loro tempo, per magari, divertirsi in
un’attività distinta.
Perché a Monterotondo?
La scelta di essere
Monterotondo il luogo per fare l’intervento, non è stata una scelta
determinante. L’intervento poteva essere stato fatto anche in un altro paese,
possibilmente con un risultato simile, o possibilmente diverso. Il luogo che si
cercava un po’ dietro di questo, era quello di fare l’intervento in un luogo vuoto della città.
Perché in un luogo vuoto della città?
Perché i luoghi
vuoti, la maggior parte delle volte, rimangono ancora liberi. Non siano stati
ristretti a un solo significato, e a un solo uso. Sono plurisignificanti, ogni
persona li può dare il loro significato e il loro uso. Stanno lì, liberi,
aspettando che qualcosa succeda. Sono anche i luoghi, per la stessa ragione di
essere liberi, che fanno sentire alle persone più libere. Libere di attuare e
di fare qualunque cosa vogliano lì. Tutto può succedere in questi luoghi vuoti,
e qualsiasi persona li può utilizzare come voglia.
Poi, ognuno di
questi spazi ha le sue proprie condizioni, la sua materialità, il rapporto con
gli elementi circostanti, gli elementi all’interno, etc. In questo senso, si
cercava che fosse anche un luogo con un certo flusso di persone, che potessero
fare parte dell’attività. Oltre a questo, non c’era un’altra premessa.
Perché l’attività di calcio-tennis?
Si aveva preso la
decisione di fare un’attività che integrasse alle persone. Di fare un’attività dinamica
e con una risposta relativamente pronta del medio nel quale si effettuasse. E
anche, di essere un’attività attrattiva per le persone che parteciperebbero. La
decisione di fare un gioco, integra tutte queste caratteristiche. Poi, la
decisione di fare precisamente il gioco di calcio-tennis, è stata per una
esperienza personale. Nella mia università a Bogotá, c’era un posto con un
piccolo spazio con prato artificiale, una rete, e basta. Nonostante, rimaneva
sempre occupato questo posto. Uomini e donne, di diverse facoltà anche, entrambi,
giocavano a questo sport. Penso che gli piacesse per la sua semplicità. Anche perché
promuove una sana competenza. Diventa un reto per alcune persone. É un gioco
che aggancia.
Addizionalmente, è
uno sport che non ha bisogno di molti elementi per giocarsi. Ha delle caratteristiche
di uno “sport urbano”. Basta una palla, una rete, e un perimetro. E dei partecipanti.
E così è cominciata
la giornata di “Cercando un posto per giocare”...
Mappa con i possibili luoghi vuoti a Monterotondo.
La palla, la rete, e gli elementi
per costruire il campo di calcio-tennis.
Aspettando il treno a Tuscolana.
Nell’autobus
a Monterotondo.
Posto 1. Spazio
pubblico, vuoto. Socchiuso. Vicino alla fermata di autobus di via Corsica.
Posto 2. Spazio pubblico, vuoto. Aperto. Sulla via Pelosi Massimo.
Posto 3. Spazio
pubblico, vuoto. Aperto. Parcheggio della Chiesa Gesù Operaio.
Posto 4. Spazio
privato, vuoto. Chiuso. Magazzino di elementi di costruzione.
Posto 5. Spazio
privato, vuoto. Socchiuso. Con macchine di opera abbandonate.
E poi, è successa la sorpresa, lo insperato. Era arrivata a Monterotondo, una festa. Una festa che ancora non c’era, ma che più tarde, eventualmente, sarebbe.
Posto 6: Spazio pubblico, vuoto. Aperto. Piazza Martiri delle Foibe.
Il montaggio della festa
Il montaggio del gioco
Comincia il gioco!
Intervista al Signor Vincenzo, organizzatore della Festa a Monterotondo
Quale
è il suo lavoro in questa festa.
Io organizzo la disposizione dei
banchi.
Lei
lavora in questo tutto l’anno?
No, questo è un secondo lavoro. Io sono
militare.
Ogni
quanto fa il montaggio della festa in una nuova città? O lei lavora solo qua a
Monterotondo.
Diciamo che una volta a settimana.
Perché ogni fine di settimana ci sta una festa, una fiera o un mercato.
Quindi
lei organizza tutti i mercati passeggeri a Monterotondo…
No non solo Monterotondo, anche a Roma,
fuori Roma, tutto il Lazio diciamo.
Lei
abita in un luogo fisso, o deve trasferirsi con la festa?
No, io essendo anche militare, abito un
po’ qua, un po’ là.
Ma
quindi lei anche ha un luogo fisso, una casa fissa.
Si, una casa fissa ce l’ho.
Quanti
giorni riemanerà questa festa a Monterotondo?
Oggi e domani.
Com’è
un giorno normale di lavoro nel montaggio della festa.
Cominci, se per dire la festa è a la
sera, arrivi 4 o 5 ore prima, anche 6, e cominci a disporre della gente, come
stiamo facendo in questo momento. Ma già dalla sera prima, tu vieni con un
foglio, ti vedi tutti i quanti i nomi delle persone che stanno dando la
conferma che vengono, e tu con i nominativi, i metri che vogliono di spazio, tu
prendi con un gesso, prendi un metro, segni i metri, e dai il nominativo per
terra. Quando le persone vengono dici, tu ti metti qua, tu ti metti di qua, e
quella e tua guida a seguire.
E
poi, questo stilo di vita, è molto simile a quello dei circhi? I circhi che si
spostano ogni volta…
No, no. Questo è un tema passeggero.
A
chi chiedete permesso per fare questo?
Al comune. Si paga, e poi noi di
conseguenza… È tutto un susseguire.
Per
ché avete scelto questo posto?
Perché era un’area abbastanza grande.
Alla quale c’era comunque un passaggio di strada, non dava fastidio a nessuno
perché la festa è concentrata in questo piazzale. Di solito è sempre vuoto qua.
Era una bell’area.
Pensa
che ci siano più luoghi simili a Monterotondo?
Ma… Ce ne sono vari, tanti posti. Ti
sposti 400 metri in quella direzione, c’è un’altra area uguale o simile a
questa. Però, a differenza di qua che possono passare tutti quanti, perché è
una strada che rimane aperta, di là invece, la strada viene chiusa. Però ci sta
un’area bella perché sta tutto prato.
Anche
sarebbe interessante fare una festa in un posto di quelli…
Ma la fanno, tra 20 giorni credo.
E
lei anche organizzerà quella?
Si.
Lei
che pensa per esempio, dei lavori delle persone nomade.
Io penso che purtroppo, oggi il lavoro
è virtù. Perché ogni uno si arrangia su quello che può fare. Non c’è più come
una volta. Sai io ho 37 anni, ho visto dei belli tempi e dei brutti tempi. I
bei tempi spendevo i soldi come volevo. Adesso c’è la restrizione. E quindi
ogn’uno, purtroppo… Chi faceva il costruttore, costruiva palazzi, attualmente
vende alimentari. Per ché? Perché quale sono le necessitudine di oggi? Non è
più come da una volta.
Secondo
Lei, quale sono le necessità di questi tempi. Per ché, per esempio queste cose
delle feste temporanee, dei posti temporanei, di spostarsi...
Crei uno spostamento di soldi. Una
volta qui in Italia, la maggior parte delle persone che facevano girare il
commercio, erano i dipendenti statali. Perché erano ben pagati, eravamo tanti,
e compravano. Adesso, che hanno ridotto i soldi al dipendente statale,
giustamente, ogni uno adesso… Questo muove l’economia, perché la gente viene,
spende soldi… Il mangiare per esempio. Tu fornisci un prodotto, però c’è un
giro di soldi sotto. Non si spende niente per entrare, però se tu vuoi
qualcosa, paghi.
Quindi
è interessante anche questo di avere posti liberi nella città per mettere lì
qualcosa temporale…
Si. Certo. Per dire tu sta mattina
lavoravi. Stacchi alle 8, non puoi andare a comprare un paio di scarpe. Allora
trovi per dire posti del genere, e tu vieni e puoi trovare quello che cerchi
alle 8 o 9 di sera, perché ci stano loro che magari aprono il banco e ti fanno
vedere qualcosa che stai cercando.
Ma
quindi quello che porta più soldi a questo tipo di feste, è il commercio?
È il commercio. Commercio e
commercianti. Più, le menti pensanti che organizzano il tutto. Che sistemano
tutto quanto per far sì, che sia una riuscita di una bella festa.
Di
che cosa dipende che sia una bella festa, secondo Lei?
Che tu metti a tutti quanti di accordo.
Perché non è facile. Io adesso ho visto, ho messo d’accordo 40 persone, e non è
facile. Però l’importante è che quando cominci la festa siano tutti sistemati e
nessuno rompa le scatole.
E
poi… Chi è il proprietario di queste machine grande…
I nomadi...
Conosce
lei alcuni di questi nomadi?
Si, però guarda. Si mettono tutti a
lavorare, e non ti danno nessun ascolto… É così…
Fine del registro.
Conclusioni
1. I luoghi vuoti sono gli spazi
che hanno la capacità di mutare, di trasformarsi, di tessere e creare nuove
relazioni tra le parti di una città. Quindi, allo stesso tempo, sono i luoghi più
vivi, più dinamici, che hanno un maggior valore intrinseco. Sono uguale o più
importanti per la vitta di una città dai luoghi
pieni, perché permettono succedere lo eventuale, lo insperato, quello che
ci cambia la nostra rutina e ci fa divertire e sentirci liberi.
2. I tempi
cambiano, e anche cambiano le necessità delle persone. Cambia la forma di
vivere gli spazi dove si abita, e dove si svolgono le principale attività. In
questo scenario, nascono nuove forme di rapporto tra le persone, e tra le
persone e il territorio. I luoghi vuoti, si presentano come luoghi
di opportunità, luoghi di scambio di merci e prodotti, mercati e feste
sporadiche, che portano benefici al venditore, al compratore, e allo stato.
Dopo alcuni giorni, nella stessa maniera come queste attività appariscono senza
nessuna notifica, spariscono, prendendo con loro tutto quello che avevano
portato. Senza lasciare nessuna impronta. Lasciando solo il ricordo nelle menti
delle persone, di quello che è stato una festa, e che domani o dopo domani, non
ci sarà più.
3. Si può avere qualcosa scritta su un foglio. Istruzioni per giocare un
gioco, per percorrere un cammino, per arrivare a un certo punto. Ma mentre si
percorre quel camino, appariscono nuove variabili, alcune senza importanza, ma
altre che possono cambiare il volo originale, e farci arrivare a luoghi che non
avevamo pensato.
Video del gioco calcio-tennis
Ringraziamenti. Al Signor Vincenzo,
organizzatore della festa a Monterotondo, per il suo tempo e la sua intervista. Leon
Schreiber, compagno del corso di Arti Civiche, per la sua aiuta nel montaggio
del progetto. I partecipanti del gioco calcio-tennis, i camminanti del corso,
il professore, e tutti coloro che siano stati in questo processo. Saluti!!
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